La Chiesa Parrocchiale. Dedicata a San Massimo, il recupero dell'edificio, avvenuto negli anni '70 è la testimonianza di accentuato senso di appartenenza comunitaria. Infatti il restauro è frutto di un intelligente intervento sia per i risultati conseguiti sia per la partecipazione ai lavori da parte degli abitanti. Il lavoro è stato svolto interamente da maestranze locali, che hanno sfruttato il marmo bianco estratto dalle cave, ormai dimesse, ubicate ai confini con Brossasco. Materiale già utilizzato nel caratteristico portale, ampliato rispetto alle dimensioni originarie, che si sviluppa in altezza. Le figure delle mensole e dei capitelli, scolpite nel bianco del marmo richiamano il volto di umano riportato come una maschera rigida e inespressiva. La prima menzione della chiesa risale al 1386, dipendeva dall’antica pieve di Calicetto e faceva parte della diocesi di Torino, conservava all’interno piacevoli sorprese: nel vano absidale spiccano affreschi di eccellente fattura datati 1545 e raffiguranti in basso gli Evangelisti, in alto un’Annunciazione di mano diversa e di data certamente più antica, come dimostrano la rigidità delle linee, la mancanza di prospettiva e il gioco degli accostamenti cromatici. I recenti restauri hanno anche riportato alla luce la copertura a crociera scandita da sottili costoni in cotto, raccordati da un’elegante chiave. L’artigiano popolare ha lasciato la sue impronta nei quattro capitelli in pietra verde alla base dei costoloni, fra cui viene raffigurato un volto. Risale al 1450 il caratteristico fonte battesimale ottagonale, dalla scuola degli Zabreri, che propone scolpito in caratteri gotici un passo del Credo. Di epoca posteriore sono invece le cappelle laterali; la torre campanaria risale al 1787 ed è sobriamente decorata da elementi in cotto nella parte superiore.